Iniziano stamattina e continuano nel pomeriggio, alle
Commissioni riunite 8a e 13a del Senato, le
audizioni informali nell’ambito del disegno di
legge che dovrebbe convertire in legge dello Stato il
decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32 cosiddetto
“sblocca cantieri”.
Si tratta di un numero esiguo di audizioni ed i mattinata ci
saranno quelle di Confindustria, Cna
Nazionale, Confcommercio,
Finco, Organizzazioni sindacali,
Alleanza Delle Cooperative Italiane,
Assoimmobiliare, Confedilizia,
Confartigianato mentre nel pomeriggio ci saranno
quelle della Corte dei Conti,
dell’Ance, della Rete delle Professioni
Tecniche, dell’Anci -Upi-Conferenza Regioni e
Province Autonome e di Inail.
Un pieno di audizioni in una sola giornata perché l’unico
problema è quello di arrivare a presentare eventuali emendamenti
entro domani alle ore 18:00 e di andare in Aula entro il 18 maggio
per far si che il rpovvedimento arrivi alla Camera dei Deputati,
dopo le elezioni europee, blindato e senza alcuna possibilità di
modifica per il fatto stesso che, a pena di decadenza, la legge di
conversione deve essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale entro
il 16 giugno 2019. Il tutto con il rischio CAOS
dietro l’angolo.
Spicca l’assenza tra coloro che saranno auditi
dell’ANAC, del Ministero delle
Infrastrutture, dell’OICE e di altri
soggetti che per il ruolo che hanno avrebbero potuto dare valide
indicazioni per la conversione in legge di un decreto-legge che ha
il suo punto più basso nell’articolo 1, comma 1, lettera mm.7) con
cui viene inserito nell’articolo 216 del Codice dei contratti
pubblici il comma 27-octies i cui testo è il seguente:
“Nelle more dell’adozione, entro 180 giorni dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione, ai sensi
dell’articolo 17, comma 1, lettere a) e b), della legge 23 agosto
1988, n. 400, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni, di un regolamento
unico recante disposizioni di esecuzione, attuazione e integrazione
del presente codice, le linee guida e i decreti adottati in
attuazione delle previgenti disposizioni di cui agli articoli 24,
comma 2, 31, comma 5, 36, comma 7, 89, comma 11, 111, commi 1 e 2,
146, comma 4, 147, commi 1 e 2, e 150, comma 2, rimangono in vigore
o restano efficaci fino alla data di entrata in vigore del
regolamento di cui al presentecomma.”.
Anche se, ormai, la punteggiatura sembra diventata un opzional,
la prima cosa da osservare è che, per dare un senso compiuto a
tutto il comma, occorrerebbe inserire un “;” o un “.” dopo le
parole “del presente codice” in quanto così com’è scritto il citato
comma non avrebbe alcun senso. Aggiungiamo, poi, che è quanto meno
strano che un nuovo “Regolamento unico” che stravolge un Codice dei
contratti impostato sulla soft law possa trovare spazio tra le
disposizioni transitorie e finali ed allora o non
si tratta di un “Regolamento unico” che sostituisce la soft law e
si tratta di un provvedimento unico che sostituirà i provvedimenti
elencati nella seconda parte del citato comma 27-octies o
se si tratta di “Regolamento unico” dovrebbe essere precisato che,
dalla data di entrata in vigore dello stesso che conterrà tutti i
provvedimenti emanati o da emanare indicati negli articoli del
Codice dei contratti pubblici, saranno abrogati tutti i
provvedimenti di cui ai vari articolo e commmi che dovrebbero
essere puntualmente citati.
Per una chiara situazione su tutti i provvedimenti emanati e da
emanare è stata predisposta una tabella allegata alla nostra
precedente notizia dal titolo “Codice dei contratti e Sblocca Cantieri: una Fake
news la cancellazione della soft law”.
Ovviamente il problema del citato comma 27-octies non è
l’unico e nel testo è possibile riscontrane tanti altri che
avrebbero bisogno del tempo e dell’attenzione necessari per evitare
che un decreto-legge definito “sblocca cantieri” non raggiunga
quello scopo per cui era stato varato.
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