Sul problema dell’Ufficio speciale per la
progettazione della Regione siciliana che
ha già stipulato convenzioni con amministrazioni provinciali e
comunali della Regione (leggi articolo), riceviamo il promo
commento dell’arch. Elio Caprì Presidente
dell’Associazione regionale liberi professionisti architetti e
ingegneri che in una lettera indirizzata alla redazione stigmatizza
quanto verificatosi.
“Egregio direttore, ci riferiamo al Suo articolo del
26/04/2019 con cui ha segnalato “Le prime convenzioni per l’ufficio
speciale per la progettazione”. Come era prevedibile la avvenuta
istituzione nella nostra Regione dell’Ufficio Speciale per
la Progettazione, ha già indirizzato alcuni Enti Locali a
stipulare, con tale Ufficio, Convenzioni per la redazione delle
progettazioni definitive, esecutive, coordinamento della sicurezza
nonché per le successive fasi di direzione, misura e contabilità
dei lavori e per i collaudi statici e
tecnico-amministrativi.
Alcune semplici considerazioni.
Il vigente quadro normativo, che per altro con il recente
parto (definirei cesareo considerato il forcipe usato dal
Presidente della Repubblica) del Decreto Legge 18.4.2019 n.
32 all’art. 1, comma 1, lettera aa) modifica l’art. 113
del Codioce dei contratti pubblici, ha ripristinato
l’incentivo del 2% per i tecnici delle Pubbliche Amministrazioni
per la progettazione ed esecuzione.
Condividiamo quanto sostenuto da Raffaele
Cantone nella intervista a voi rilasciata pochi giorni fa:
“se lavoro per la mia amministrazione non dovrei aver
bisogno di essere ulteriormente pagato per espletare i miei
compiti. Se la norma era stata eliminata era perché probabilmente
aveva dato luogo a qualche problema e a qualche preoccupazione.
Quei problemi e quelle preoccupazioni sono superate? Non
credo”
Nel Codice dei contratti pubblici di cui D.lgs. n. 50/2019,
è previsto che i cosiddetti operatori economici
(così da tempo come è noto vengono definiti gli architetti,
ingegneri e i tecnici liberi professionisti), per potere
partecipare ad una procedura di gara per l’affidamento di un
incarico professionale, debbono dimostrare di essere in possesso di
alcuni requisiti quali: un congruo fatturato, una
struttura tecnica con personale qualificato e soprattutto di avere
espletato incarichi dello stesso tipo e della stessa
rilevanza economica. Vengono richiesti pertanto requisiti, essendo
questi correlati ad un periodo temporale degli ultimi cinque anni,
che a poco a poco hanno e stanno riducendo notevolmente il numero
di liberi professionisti in grado di potere continuare a mantenere
i requisiti richiesti. Viene da chiedersi quale parità di
trattamento esiste quindi tra liberi professionisti e tecnici
interni alla Pubbliche Amministrazioni. Questi ultimi
infatti possono progettare ed eseguire qualsiasi opera
senza la dimostrazione dei requisiti richiesti invece ai
liberi professionisti. Chi può oggi ancora sostenere la
favoletta che per il ruolo ricoperto all’interno di una P.A.,
significa automaticamente possedere tutte le numerose conoscenze ed
esperienze oggi necessarie per potere redigere una progettazione
effettivamente esecutiva e cantierabile?
Con tale Ufficio Speciale si riducono di molto gli
spazi lavorativi già residuali, e nella nostra
Regione più limitati in mancanza di una consistente Committenza
privata, di chi continua a credere nell’attività libero
professionale. Non possiamo che constatare con amarezza tutto
ciò e riscontrare ancora una volta la poco consistenza contrattuale
di chi dovrebbe tutelare la libera professione tecnica.”.
Non possiamo fare altro che sperare che all’accorato sfogo del
Presidente Caprì, seguano opportuni ed idonei interventi
dei Consigli nazionali degli Architetti e degli Ingegneri
al fine di trovare una soluzione che blocchi un’iniziativa che ha
dell’incredibile.
Un ufficio speciale regionale che sembra non abbia una pianta
organica e con un solo dirigente (leggi pagina internet) ha già
stipulato 14 convenzioni con amministrazioni comunali e con enti
provinciali per lavori di progettazione e direzione dei lavori per
i quali non crediamo si sappia chi saranno i progettisti.
È vero che nello spazio dedicato all’Organizzazione e competenze si afferma
vagamente che “Lo svolgimento delle speciali e complesse
funzioni conferite, che devono essere esercitate in tutto il
territorio regionale, viene garantito dalla dotazione organica di
n.50 unità di personale tecnico appartenente all'Amministrazione
Regionale, reclutate nell'ambito di professionalità tecniche quali
ingegneri, architetti, geologi e geometri, oltre a personale
amministrativo e contabile” ma sarebbe, forse, il caso di
conoscere quali sono queste 50 unità e se esistono
perché potremmo scoprire che a fronte di 14 convenzioni non ci
siano, in atto, le professionalità idee a portarle a
compimento.
È, anche vero che all’articolo 24 del Codice dei
contratti pubblici è precisato che e prestazioni relative
alla progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva
ed esecutiva di lavori, al collaudo, al coordinamento della
sicurezza della progettazione nonché alla direzione dei
lavori e agli incarichi di supporto tecnico-amministrativo alle
attività del responsabile del procedimento e del dirigente
competente alla programmazione dei lavori pubblici possono essere
espletate anche da organismi di altre pubbliche amministrazioni ma
è anche vero che, come disposto all’articolo 23, comma 1 del più
volte citato Codice dei contratti pubblici, deve assicurare quanto
indicato alle letter dalla a) alla l) del citato comma in cui si
parla tra l’altro di qualità architettonica e tecnico funzionale e
di relazione nel contesto dell’opera e di razionalizzazione delle
attività di progettazione e delle connesse verifiche attraverso il
progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifici quali
quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture.
Alle considerazioni fatte dal Presidente Caprì aggiunguamo poi
le nostre che possono riassumersi nella seguente domanda:
l’Ufficio speciale della progettazione della Regione
siciliana, oltre alla necessità di avere un congruo
organico per portare avanti le convenzioni stipulate ha, anche,
all’interno le professionalità idonee a sviluppare e
dirigere un’opera pubblica nel rispetto del citato comma 1
dell’articolo 23?
Interrogativo davvero interessante. Un altro tassello messo su dalla politica regionale e nazionale nel tentativo non più nascosto di creare una nuova struttura con chiamate dirette in barba sia alle leggi che alle stesse professioni tecniche nella indifferenza delle stesse categorie tecniche. Che il Signore ci protegga !!
RispondiElimina