“Se son rose fioriranno”. Riascoltando le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per la fiducia al Senato non possiamo che essere contenti della dichiarazione inserita nel paragrafo relativo alla “Semplificazione, deburocratizzazione, digitalizzazione” in cui viene testualmente affermato “Dedicheremo
molta attenzione alla semplificazione, alla deburocratizzazione e alla
digitalizzazione. Riassumo solo una battuta al tema degli appalti
pubblici.
Dobbiamo ridare slancio agli appalti pubblici,
che possono diventare una leva fondamentale della politica economica
del Paese, garantendo sviluppo sostenibile e aumento dell’occupazione”.
Affermazioni senz’altro positive per le quali è necessario osservare che se occorre “ridare nuovo slancio”
ciò significa che, in atto, c’è qualcosa che non va e questo qualcosa
che non va viene aggiunto nella successiva frase in cui è data una
puntuale stoccata alla situazione attuale della normativa sulle opere
pubbliche e, quindi, al Codice dei contratti. Conte ha, appunto,
aggiunto che “Negli ultimi anni questo settore sta attraversando una fase
di arresto, determinata per buona parte anche dalle incertezze
interpretative e da talune rigidità generate dal nuovo codice dei
contratti pubblici”. In buona sostanza è precisato quello che ripetiamo, ormai, da tanti mesi ed in atto non possiamo non affermare che “Se son rose fioriranno”.
Ma il Presidente Conte nelle dichiarazioni programmatiche ha, anche,
aggiunto che, nel sistema degli appalti, la forma non può surrogare a
legalità che, invece, deve essere vera e non essere formalista. “Dobbiamo superare il formalismo fine a se stesso che ancora domina largamente la disciplina degli appalti poiché la forma non può essere scambiata per legalità: troppo spesso gare formalmente perfette nascondono corruzione e non impediscono la cattiva esecuzione” ha precisato Conte, aggiungendo, anche che “Dobbiamo assicurare il rigoroso rispetto dei tempi di consegna delle opere ma anche la qualità dei lavori e delle forniture e l’efficienza dei servizi”.
Positivo anche per il Presidente dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Gabriele Buia il richiamo del Presidente Conte alla necessità di ridare slancio al settore fondamentale per crescita e occupazione. “Abbiamo apprezzato molto le dichiarazioni che il Premier Conte ha rilasciato in Parlamento in merito agli appalti pubblici e alle azioni da intraprendere per assicurare al nostro Paese opere di qualità in tempi certi”, ha commentato Gabriele Buia sottolineando, anche, il richiamo alle criticità del Codice: “Abbiamo denunciato per primi, da tempo, che tra le cause della mancata ripartenza del settore delle opere pubbliche c’è il cattivo funzionamento della riforma dei contratti pubblici e siamo contenti che il Presidente Conte condivida questa analisi”.
Certo
non potranno essere soltanto le dichiarazioni del Presidente del
Consiglio dei Ministri a modificare la situazione in atto con un Codice
dei contratti che è stato, in molti casi, un freno agli investimenti in
opere pubbliche e dobbiamo vedere quali saranno i prossimi passi del
neoministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli che nel passaggio di consegne ha affermato “Bisogna
rendere la macchina degli appalti sempre più efficiente. Ecco perché
servirà anche uno snellimento amministrativo, per esempio sul fronte
delle delibere Cipe. Ci sono tanti dossier importanti, a
partire dalle grandi opere in via di costruzione, e questioni complesse
alle quali mi dedicherò nelle prime settimane del mio incarico. Per il
momento desidero rivolgere un saluto cordiale e un augurio di buon
lavoro a tutto il personale e ai collaboratori del ministero. Il loro
apporto professionale e la loro esperienza saranno fondamentali per
svolgere il compito gravoso che ci attende in un clima di collaborazione
attiva e serena”.
Come abbiamo già detto “Se son rose fioriranno” e restiamo in attesa dei prossimi atti del Ministro Danilo Toninelli
sul Codice dei contratti e sulle attuali situazioni di incertezza
provocate, principalmente ma non soltanto, da una mancata
predisposizione ed attuazione di tutti i provvedimenti attuativi, dalla
totale inerzia della cabina di regia prevista dal Codice dei contratti
che avrebbe dovuto porre rimedio a quelle situazioni di incertezza che
si sono manifestate e dalla necessità di predisporre un unico testo
relativo a tutti i provvedimenti attuativi del Codice stesso al fine di
rendere più semplice l’attuazione del Codice.
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